Parte 1^
La moneta è mezzo di scambio e
ha sostituito il baratto …magari per comodità, oppure perché le mele si
deperiscono con il tempo e quindi … oppure no?
L’origine della moneta non è
conosciuta, si perde nei tempi dei tempi (qualcuno dice nelle nebbie...)… per parlarne bisognerebbe
contestualizzare, spiegare bene perché se ne sta parlando e dove si vuole con
questo arrivare. Ci sono delle evidenze storiche che però andrebbero conosciute
per poi procedere onestamente con le supposizioni o con le proprie teorie.
Dunque devo contestualizzare
anch’io, perché ne parlo? Perché ho appena pubblicato un articolo, ne ho pronto
un altro ma non voglio inflazionare, ho scritto una poesia e mandata a un
concorso, ho preparato da mangiare per i ragazzi, lavato i piatti e passato l’aspirapolvere
quindi ho un buco di un paio d’ore fino al ritorno di mia moglie a casa e dei
ragazzi dal parco, cioè fino a quando ritornerò a fare cose serie. Forse non ho
contestualizzato benissimo ma magari rischio di essere più serio di altri. Ah
di questa cosa ne parlerò in più post perché è una cosa interessante, anche se
non vi cambierà la vita.
Partiremo da Smith, poi
Aristotele e andremo anche nell’antica Cina e alle civiltà mesopotamiche e mi
permetterete un piccolo omaggio anche a Ezra Pound. Quindi lo faremo con calma perché la strada è lunga.
E poi capiremo la cosa veramente importante di tutto il discorso, cioè perché se
affermi quanto detto all’inizio in fondo non hai capito molto dell’economia, delle
sue relazioni umane e della politica. Ma ripeto, con calma, in fondo abbiamo
anche cose serie da fare…
Avete mai sentito frasi più o
meno come questa?
… Supponiamo che un uomo abbia di una certa merce più di quanto gli serve
mentre un altro ne ha meno. Di conseguenza, il primo sarebbe lieto di collocare
quel superfluo e il secondo di comprarlo. Ma se per caso il secondo non avesse
nulla di cui il primo ha bisogno, tra loro non si potrebbe fare nessuno scambio…
Bene, dove le avete sentite? Conferenze,
video, riviste, articoli? In realtà, se le avete sentite, magari sapete anche che appartengono all’inventore dell’economia moderna cioè ad Adam Smith.
Detto questo mettiamoci dentro tutto il discorso del buon padre della teoria
classica.
Smith nel libro I, capitolo
IV, della Ricchezza delle Nazioni, intitolato dell’Origine e dell’uso della moneta, avanza la tesi secondo cui la
divisione del lavoro genera il mercato e questo, a sua volta, dà origine alla
moneta. “Non appena la divisione del lavoro si è generalmente consolidata –
egli osserva – ogni uomo vive di scambi o diventa in certa misura un mercante,
e la società stessa tende a diventare ciò che propriamente si chiama una
società commerciale”. Tuttavia, lo scambio di merci, quando si voglia metterlo
in pratica, incontra immediatamente “molti ostacoli e inciampi”. “Supponiamo – prosegue Smith –
che un uomo abbia di una certa merce più di quanto gli serve mentre un altro ne
ha meno. Di conseguenza, il primo sarebbe lieto di collocare quel superfluo e
il secondo di comprarlo. Ma se per caso il secondo non avesse nulla di cui il
primo ha bisogno, tra loro non si potrebbe fare nessuno scambio”. Qui Smith avanza un’ipotesi “per
evitare gli inconvenienti di queste situazioni – egli afferma -, ogni uomo
prudente in ogni epoca della società successiva alla ... introduzione della
divisione del lavoro, deve naturalmente essersi sforzato di organizzare i suoi
affari in modo da avere sempre presso di se…una certa quantità di merce o di
un’altra, tale da fargli ritenere che pochi la rifiuterebbero in cambio del
prodotto della propria attività”.
Smith lasciando imprecisato il
contesto enumera molte merci utilizzate a tale scopo come bestiame, sale,
conchiglie, eccetera. Aggiunge “sembra che alla fine gli uomini siano stati
condotti da ragioni irresistibili a dare la preferenza per questo uso ai
metalli rispetto a qualsiasi altra merce”. Queste ragioni sono riconducibili
alla riduzione dei costi dello scambio che i metalli rendono possibile: essi
infatti “non solo possono venir conservati con minori perdite rispetto a
qualsiasi altra merce…ma possono anche venir suddivisi…in qualsiasi numero di
parti, così come, con la fusione, queste parti possono sempre essere facilmente
riunite”. In questo modo i metalli si sono affermati come “gli strumenti del
commercio e della circolazione”. E quindi per convenienza economica si è poi
sostituito al ferro il rame e questo all’oro e l’argento.
Smith
dunque enuncia la tesi secondo cui la moneta è un prodotto del mercato, uno
strumento per superare il baratto e rendere più efficiente lo scambio. Il
tutto si intreccia alla convinzione che il mercato sia il frutto della
divisione del lavoro.
Per
Smith lo Stato ha un ruolo secondario nella coniazione della moneta a cui non
resta che riconoscere ciò che si è sviluppato autonomamente.
Questi deve solo certificare qualità e peso del metallo. Lo Stato ha un compito
secondario, deve solo difendere la proprietà privata ed intervenire solo se il
mercato fallisce.
(con l’aiuto dell’Università
Cà Foscari di Venezia – Dipartimento di scienze
Economiche … per fare prima!)
Ma un bel po’ prima di Smith c’era
stato un altro grande personaggio: Aristotele, che aveva contribuito o forse, come
dice Felix Martin, fondato la convenzionale teoria occidentale del denaro.
Aristotele aveva infatti scritto
nella Politica che “…per facilitare
gli scambi si convenne di dare e di accettare un qualche cosa che, essendo
utile esso stesso, possedesse il vantaggio di essere facilmente impiegabile per
le necessità della vita, come il ferro e l’argento o anche qualche altro
materiale…”
Ora, in questa prima parte
abbiamo capito che Smith fa una deduzione,
perché ancora non aveva a disposizione molte delle scoperte archeologiche e
degli studi antropologici che abbiamo noi.
Aristotele da grande filosofo …
filosofeggiava, per lui lo schiavo era uno strumento e del resto la società
nella quale viveva era fondata sulla legittimazione della schiavitù. Era
contrario all’usura perché non concepiva l’uso del denaro fine a stesso in quanto
il denaro in fondo serviva per scambiare il superfluo, per la produzione … c’erano
gli schiavi.
Ecco, ora abbiamo capito da
chi nasce l’equivoco ma nulla ancora sappiamo dell’essenza della moneta, a cosa
serve ma solo da dove arrivano le convinzioni enunciate all’inizio.
TO BE CONTINUED… (mia figlia mi chiama per un aiuto per i compiti)
… Ah scusate, il post è mio ma
non l’avrei mai fatto se non parlassi così spesso con Claudio Bertoni pre –
durante e post gli incontri settimanali, che ultimamente sono stati sconvolti
da uno tsunami …
Complimenti Claudio, per tutta la tua analisi e disamina.
RispondiEliminaIn effetti....è proprio vero..!!