UN PO' DI FONTI




Su che cosa si fonda il valore del denaro? Che cos’è e come si origina il debito? Attraverso una brillante argomentazione antropologica, Graeber ribalta la storia che conosciamo: i soldi non sono stati inventati per rimpiazzare complicati sistemi di scambio e la società fu divisa fra creditori e debitori già da prima dell’invenzione della moneta. In altre parole: prima della moneta, c'era il debito. Questo libro affronta la questione che è al centro dei dibattiti politici odierni e che sta sconvolgendo gli equilibri dell’intero mondo capitalistico: illustra come il debito abbia determinato la storia dell’umanità e ci spiega qual è il suo ruolo nella crisi globale e nel futuro dell’economia.

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Tutti crediamo di conoscere la risposta, ma siamo molto lontani dal vero. In questa biografia “non autorizzata”, il celebre economista Felix Martin ci guida in un viaggio attraverso secoli e continenti per fornirci una prospettiva nuova sulla più dibattuta invenzione dell’umanità. Un’idea vecchia come il mondo, di cui però si è smesso da molto tempo di comprendere la vera natura. Ed è anche per questo che oggi il denaro – e con lui il Capitalismo, il sistema politico che ha generato – si trova ad un bivio. A soli tre anni dalla più violenta crisi economica della Storia un ritorno alla normalità è impensabile. Felix Martin prova a spiegarci perché e come siamo arrivati a questo punto, e a ipotizzare possibili scenari futuri.

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Tutte le valute nazionali sono state redimibili in oro, attraverso la mediazione del dollaro, fino all'estate del 1971, quando gli Stati Uniti hanno dichiarato una "temporanea sospensione" della convertibilità... che ancor oggi perdura. Nel frattempo, il dollaro ha continuato a fungere da moneta globale, pur avendo rimosso la base che legittimava tale funzione: un rapporto predeterminato e legalmente sancito con l'oro. E, come il dollaro, ogni valuta circola ormai senza base. In mancanza di una sanzione istituzionale, la moneta non può fornire una misura stabile. L'economia globale, senza confini né limiti, non ha misura se non quella, autoreferenziale, del suo continuo accrescimento.

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In questo libro si affrontano le diverse teorizzazioni della moneta (privata; statale; avente valore intrinseco; bancaria) e gli effetti che derivano dalla loro circolazione e dalla loro interazione. La politica monetaria, che regola questa circolazione, è il primo tassello per favorire l’attività delle imprese, selezionare una classe dirigente, avere uno Stato amico - e non nemico - dei suoi stessi cittadini. Alcuni eventi hanno segnato, nel bene e nel male, la Storia successiva alla seconda guerra mondiale: gli accordi di Bretton Woods e di Yalta; la dichiarazione di Nixon del 1971; l’abbandono delle teorie keynesiane. Questo percorso ha portato dapprima allo strapotere del sistema bancario sulle istituzioni politiche, e oggi al tragico predominio della grande finanza. Galloni propone correttivi, elencati in nove punti cruciali in vari possibili scenari e indica nel superamento del mito delle esportazioni un primo fondamentale passo per un’economia e una società in cui lo sviluppo degli uni non avvenga a scapito degli altri e la tutela dell’ambiente, della salute e del benessere non rappresenti un limite allo sviluppo stesso, ma la sua condizione. ...e sul perché le cose siano andate e stiano andando in modo del tutto opposto.

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dall'esperienza del Gruppo Economia di Ferrara nascono due libri scritti da Claudio Pisapia. Moneta, debito, debito pubblico ma anche stato della nostra società e condizione dell'Italia nell'Unione europea. Banche e banche centrali, moneta complementare e tanto altro. Per info www.claudiopisapia.info

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Individui egoisti e perfettamente razionali, mercati che si regolano da soli, sacrifici necessari: l'economia è davvero "la scienza triste"? Certo sembrerebbe meno triste, se gli economisti parlassero in modo più chiaro, muovendo dalla realtà quotidiana delle persone in carne e ossa anziché da modelli astratti e intricati, severi nella loro ineluttabilità. Ma il punto è che l'economia non è una scienza come la chimica o la fisica. L'economia è una questione politica, in cui non esistono verità oggettive e ogni teoria implica giudizi morali diversi, privilegia gli interessi di gruppi diversi e prescrive scelte politiche diverse. Dopo " 23 cose che non ti hanno mai detto sul capitalismo", Ha-Joon Chang propone un manuale pensato per essere compreso da tutti eppure mai superficiale. L'obiettivo non è spiegare al lettore che cosa pensare, ma in che modo pensare riguardo all'economia. Mai come oggi, immersi in una recessione epocale che tocca da vicino le nostre vite, i grandi temi dell'economia possono essere compresi soltanto in una prospettiva aperta e plurale: la storia del capitalismo, con le sue crisi e le sue età dell'oro; i concetti di crescita e sviluppo, scambio, reddito, consumo, povertà e disuguaglianza. Chang rispolvera i più preziosi strumenti teorici di ciascuna scuola economica. "Economia. Istruzioni per l'uso", però, è anche e soprattutto una guida pratica, che offre un'ampia mole di informazioni e dati reali tanto sui paesi più ricchi quanto su quelli in via di sviluppo.

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Dopo anni di recessione i testi sulla crisi non mancano. La maggior parte però propone ricette per salvare l'euro da se stesso, modificando le regole europee. Ne mancava uno che si ponesse il problema di salvare i cittadini dall'euro. Sfondando la barriera dei luoghi comuni, questo libro illustra il legame fra l'euro e la disintegrazione economica e politica dell'Eurozona, descrive le modalità e le conseguenze pratiche di un eventuale percorso di uscita e, infine, indica la direzione lungo la quale riprendere - dopo l'infelice parentesi dell'unione monetaria - un reale percorso di integrazione culturale, sociale ed economica europea. Un altro euro non è possibile. La sua fine segnerà l'inizio di un'altra Europa, possibile e desiderabile. "Se accettiamo questo metodo, non ci sono limiti a quello che ci potrà essere imposto. E l'unico modo per opporci è rifiutare l'euro, il segno più tangibile di questa politica e dei suoi fallimenti".


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THE GLOBAL MONEY SYSTEM NO LONGER WORKS IN OUR BEST INTERESTS; WE NEED A SERIOUS OVERHAUL OF MONEY - AND OF OUR ATTITUDE TOWARDS IT. Based on the four mega-trends of monetary instability, global greying (an ageing global population), the information revolution, and climate change, Bernard Lietaer looks at different scenarios of what the world might be like in 2020. The Corporate Millennium: governments are disbanded, central banks become irrelevant and the world is run with Big Brother control by huge companies with their own currencies. CARING COMMUNITIES: after a monetary crash, people retreat into small, self-sustaining communities, like tribes. HELL ON EARTH: in which the breakdown of life as we know it is followed by a highly individualistic free-for-all, resulting in an ever more obscene gulf between rich and poor. SUSTAINABLE ABUNDANCE: envisages a world where we take better care of the environment, re-engage the poor and the unemployed in mainstream society and give back time and fulfilment to the over-worked, while providing the elderly with a high level of personal care. A society of sustainable abundance is achievable - but only if we are willing to re-think our money system and use money innovations that have already proven effective somewhere in the world today.

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Mega-macchine sociali: sono le grandi organizzazioni gerarchiche che usano masse di esseri umani come componenti o servo-unità. Esistono da migliaia di anni. Le piramidi dell'antico Egitto sono state costruite da una di esse capace di far lavorare unitariamente (appunto come parti di una macchina) decine di migliaia di uomini per generazioni di seguito. Era una mega-macchina l'apparato amministrativo- militare dell'impero romano. Formidabili mega-macchine sono state, nel Novecento, l'esercito tedesco e la burocrazia politico-economica dell'Urss. Come macchina sociale, il finanzcapitalismo ha superato ciascuna delle precedenti, compresa quella del capitalismo industriale, a motivo della sua estensione planetaria e della sua capillare penetrazione in tutti i sottosistemi sociali, e in tutti gli strati della società, della natura e della persona. Così da abbracciare ogni momento e aspetto dell'esistenza degli uni e degli altri, dalla nascita alla morte o all'estinzione. Perché il finanzcapitalismo ha come motore non più la produzione di merci ma il sistema finanziario. Il denaro viene impiegato, investito, fatto circolare sui mercati allo scopo di produrre immediatamente una maggior quantità di denaro. In un crescendo patologico che ci appare sempre più fuori controllo. È possibile correggere le storture più evidenti della civiltà malata del denaro? Luciano Gallino, dopo aver disegnato, in un formidabile affresco, le grandi linee di questo processo, di natura epocale, prova a indicarci le strade possibili della «salvezza», le vie di fuga, tutte difficili è vero, alla ricerca di nuovi, ineluttabili, contromovimenti.

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Dal ruolo della schiavitù nell'antica Grecia al "comunismo" di Platone; dall'organizzazione feudale alla rivoluzione industriale; da Karl Marx alla Grande Depressione degli anni Trenta, fino allo sviluppo del mercato globalizzato nel secondo Novecento: in questo testo John K. Galbraith dimostra con sorprendente chiarezza che non si può comprendere il funzionamento dell'economia contemporanea senza conoscerne la storia, perché le teorie e le scelte economiche sono sempre un prodotto dei tempi e dei luoghi in cui nasc ono e si sviluppano. Accompagnando il lettore attraverso curiosi aneddoti e la lucida analisi di grandi temi - dalla distribuzione del reddito alla disoccupazione -, l'autore porta alla luce l'intreccio ineliminabile che lega questioni economiche, politiche e sociali. E spiega che l'economia non può essere socialmente neutra: ha sempre il potere di determinare, nel bene e nel male, la vita di una nazione e dei suoi cittadini.

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Il fallimento dell`Euro è una morte annunciata: l’unione valutaria europea non ha una solida base di istituzioni politiche e statali e il governo di diciassette Paesi è affidato a una Banca. E le conseguenze sono oggi visibili a tutti. L`Unione europea è il frutto di un progetto continentale di pace e cooperazione tra popoli e Stati. Ma la Guerra Fredda prima e la Globalizzazione poi hanno deragliato questo processo verso un quadro di competizione sfrenata. Si è prodotta una frattura profonda tra i Paesi dell`Europa del Nord e occidentali e quelli dell`Europa centrale e del Sud risolvibile solo con una rigenerazione del progetto stesso. Il baratro è vicino ma si può ancora evitare. Bruno Amoroso – tra i primi economisti ad aver annunciato il profilarsi del dissesto economico del Vecchio continente nel suo saggio Euro in bilico – e Jesper Jespersen, tra i massimi esperti scandinavi di politiche economiche keynesiane, individuano le cause e i responsabili di questo fallimento, indicando le ragioni delle attuali divisioni sulle politiche e sulle proposte economiche avanzate in questa fase storica.

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I "sicari dell'economia" sono un'elite di professionisti ben retribuiti che hanno il compito di trasformare la modernizzazione dei paesi invia di sviluppo in un continuo processo di indebitamento e di asservimento agli interessi delle multinazionali e dei governi più potenti del mondo; sono, insomma, i principali artefici dell'"impero", di cui disegnano - lavorando dietro le quinte - la vera struttura politica e sociale. Per dieci anni John Perkins è stato uno di loro, e ha toccato con mano il lato più oscuro della globalizzazione in paesi come Indonesia, Iraq, Ecuador, Panama, Arabia Saudita, prima di affrontare una graduale presa di coscienza che lo ha portato a farsi difensore dell'ecologia e dei diritti civili delle popolazioni sfruttate. In questa autobiografia, appassionante come un romanzo e documentata come un'inchiesta di denuncia, Perkins ci costringe a riesaminare sotto prospettive inedite e inquietanti l'ultimo mezzo secolo di storia, e a interrogarci sul nostro futuro. Un bestseller internazionale indispensabile per comprendere a fondo le dinamiche dell'imperialismo e le ragioni dei conflitti che alimenta. Prefazione di Loretta Napoleoni.

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Sono qui raccolti scritti di Pound "economista" che presentano il corpus articolato di una riflessione condotta nel corso degli anni Trenta da posizioni sì moralistiche, ma non prive di riscontro presso i monetary cranks, quegli economisti eretici rispetto ai quali fu costretto a prendere posizione lo stesso Keynes. Come mostra Lunghini, nel suo saggio introduttivo, la premessa etica di Pound, la sua "filosofia sociale", non è molto lontana da quella di Keynes, certo tenuto a un più professionale realismo, in particolare quando si tratta di affrontare il problema della disoccupazione. In appendice due articoli apparsi nella rivista di T. S. Eliot "Criterion" e una scelta dei discorsi di Pound alla radio fascista.

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"Il governo non è affatto tenuto ad emettere titoli di Stato. Essi costituiscono un conto di riserva dello Stato, di fatto un nuovo conto presso la Banca centrale. Ma non c'è alcun motivo per avere titoli di Stato se c'è la moneta sovrana "fiat". Si tratta nuovamente di un anacronismo: i titoli di Stato avevano senso con il gold standard, perché servivano ad evitare che la gente incassasse direttamente l'oro. Adesso sono, a tutti gli effetti, non necessari".

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La storia economica e politica che ha portato all'affermarsi del Neoliberismo e dell'Eurozona. Imperdibile!

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La crisi economica ha posto di fronte a ogni cittadino una realtà incontrovertibile: con l'economia, o meglio con la moneta, ci stanno governando. È condizione necessaria, dunque, secondo l'autore, che i cittadini siano consapevoli e conoscano i pensatori delle economie. Sì, "economie" al plurale. Perché esistono sistemi economici progettati per l'uno percento della popolazione e sistemi economici per il 99 percento. Nessuno lo dice, ma oggi l'Eurozona, è governata da un'ideologia neoclassica-neoliberista-neomercantilista (a favore di quell'1%). Paroloni difficili che Paolo Barnard spiega in maniera simpatica e con una semplicità disarmante. Allo stesso tempo l'autore mette in evidenza come uomini che hanno pensato sistemi economici per il 99% dei cittadini non solo sono esistiti ma continuano, fortunatamente, a esistere.

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Il terrorismo è un’arma che anche noi occidentali abbiamo usato e diffuso in tutte le regioni del mondo per rovesciare regimi, imporre politiche, stabilire nuovi rapporti economici. Esistono le prove, i documenti. Come sempre, basta avere un po’ di tenacia e coraggio. E allora si scopre che chi afferma la legalità e il diritto è il primo a non rispettare i diritti delle persone e a usare la violenza. In tutti i modi, anche i più atroci. Americani, inglesi, russi in prima linea. Ma anche israeliani. Stati canaglia sono tutti coloro i quali ospitano e proteggono terroristi. Peccato che Stati Uniti e Gran Bretagna siano i primi a farlo. Due pesi e due misure. Dove sta la credibilità dell’Occidente? Barnard racconta anche che cos’è il terrorismo islamico, come è cresciuto e chi sono oggi i grandi terroristi. Anche qui basta leggere i loro documenti, mettersi sulle tracce di alcuni personaggi e cercare... Un libro di storie, racconti, viaggi, incontri pericolosi. Con una consapevolezza: o cambiamo strategia e condanniamo tutti i terrorismi o non ci salveremo, distrutti dalla violenza che noi stessi abbiamo creato.

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This second edition explores how money 'works' in the modern economy and synthesises the key principles of Modern Money Theory, exploring macro accounting, currency regimes and exchange rates in both the USA and developing nations.


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All’alba del nuovo millennio le ambizioni economiche del Vecchio Continente risuonavano come una rivoluzione. Dieci anni fa nasceva, infatti, l’Euro. La nuova moneta veniva introdotta con l’obiettivo di unificare le valute nazionali dei Paesi aderenti all’Euro zona e di coordinare le politiche monetarie degli Stati dell’Ue. Doveva servire anche a garantire la crescita e l’occupazione, per il raggiungimento della coesione sociale e territoriale dell’Unione e la protezione dalle speculazioni finanziarie contro le singole economie. Grandi aspettative, appunto, che oggi dopo un decennio non hanno dato i risultati sperati: i Paesi che hanno adottato l’Euro mostrano un ritardo nella crescita economica rispetto a quelli che hanno mantenuto la sovranità monetaria nazionale. Bruno Amoroso, economista di fama internazionale, a lungo stretto collaboratore di Federico Caffè, ricostruisce le cause di questo fallimento e ne individua i responsabili. Gli stessi che hanno portato al crollo delle borse, dei gruppi finanziari che gestiscono gran parte dei mutui per le case (Fannie Mae e Freddie Mac) seguito da quello di alcuni Hedge Fund e delle maggiori banche d’investimento. Una crisi, quella attuale, che è solo l’ultima di una serie iniziata nella metà degli anni Ottanta, dopo la deregolamentazione introdotta da Reagan, e continuata poi da Clinton, Bush fino a Obama. Una politica economica che ha reso possibile la programmazione e la realizzazione - per dirla con le parole dell’autore - di grandi truffe a carico dei contribuenti.Un testo di straordinaria chiarezza che non cavalca l’attuale ondata di euroscetticismo ma traccia soluzioni percorribili che i Governi dovranno avere al più presto il coraggio di adottare.


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Il crollo finanziario mondiale che, con un costo di oltre 20 triliardi di dollari, ha fatto perdere casa e lavoro a milioni di persone. Avvalendosi di accurate ricerche e interviste rivolte ai funzionari ai vertici del mondo della finanza, a politici e giornalisti, questo documentario ripercorre l'ascesa di un settore corrotto e mette a nudo i rapporti tossici che hanno inquinato la politica, l'ambiente legislativo e il mondo universitario.

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È scaricabile gratis sul sito di MicroMega un eBook edito da MicroMega: “Per una moneta fiscale gratuita. Come uscire dall'austerità senza spaccare l'euro” a cura di Biagio Bossone, Marco Cattaneo, Enrico Grazzini e Stefano Sylos Labini, con la prefazione di Luciano Gallino.

Come uscire dall'austerità senza uscire dall'Eurozona? Grazie all'iniziativa dello stato per recuperare autonomia monetaria e democrazia. Nel volume si propone la creazione di una moneta fiscale complementare all'euro per alimentare la domanda e fare uscire l'economia italiana fuori dalla trappola della liquidità, rispettando comunque le regole e i vincoli (peraltro iniqui e suicidi) dell'Europa.

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Secondo Paul Krugman, Nobel per l'economia nel 2008, in questo testo del 1936 si trovano le risposte alla grande crisi dei nostri tempi. Il suo autore, uno dei massimi intellettuali del Novecento, ma anche uomo d'azione che credeva nella forza delle idee con un'intensità rara, John Maynard Keynes, contribuì a fornire il fondamento teorico al New Deal che permise agli Stati Uniti di uscire dalla crisi del 1929, così come a molte iniziative economiche e sociali del dopoguerra, in Europa e nel mondo. Le stesse ricette rappresentano secondo molti l'unica risposta possibile alla grande recessione innescata dal crollo finanziario del 2008 e alle sue intense e persistenti ricadute sull'economia reale, e dunque sulla vita quotidiana di milioni di persone. Scardinando alcuni tra i principi fondamentali della teoria economica neoclassica, il lavoro di Keynes è dominato dallo sforzo di offrire un'interpretazione in grado di cogliere non soltanto la natura profonda del capitalismo, ma di indicare le terapie e gli strumenti per correggerne le distorsioni e contraddizioni. «Presto o tardi sono le idee, non gli interessi costituiti, che sono pericolosi sia in bene che in male.» Testo fondamentale per comprendere la storia economica, sociale e politica del Novecento, la "Teoria generale" mantiene una sua attualità rivoluzionaria anche oggi, suggerendo domande, instillando dubbi e fornendo alcune risposte d'immediata applicazione alle sfide del XXI secolo. Prefazione di Giuseppe Berta.


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