Il baratto e la moneta mezzo di scambio ... verità o roba vecchia? Parte 4^


La moneta prende forma, si comincia a distinguere dalla carta, diventa strumento in mano al sovrano, come dicevano i cinesi, sempre meno neutra oggi. Oggi strumento in mano ai “cattivi” e loro interessi, rara, merce, simbolo di disuguaglianza, creatrice di debito.

Deve essere rara, perché l’emissione di moneta provoca un problema ai mercati finanziari mettendolo in crisi. Se produco moneta quanta ne basta o ne serve da una parte questi, i nuovi sovrani, non avrebbero più la possibilità di procrastinare i debiti  e quindi ci sarebbe un crollo delle borse che si basano sulla continua circolazione del  debito.

Dall’altra parte non avrebbero più la base sulla quale creare la finanza speculativa. In nuovi tiranni fanno della moneta e del debito un mercato, cosa che non dovrebbe essere. Questo perché la moneta è moneta se circola e non se si accumula, e il debito dovrebbe essere estinto nel più breve tempo possibile per restare umano. 



È necessario fare una distinzione cioè: dobbiamo distinguere tra debito privato e debito pubblico perché hanno natura diversa, si spiegano in modo diverso, anche in maniera da renderli comprensibili. Se usiamo una sola accezione di debito creiamo confusione e trasferiamo gli impegni di un normale cittadino o persona ad un Ente giuridico e riportiamo il discorso su “Stato=famiglia”.

Il primo, il debito privato,  va estinto, e il fine della finanza dovrebbe essere quello di agevolare la chiusura di questa relazione.

Il secondo, il debito cosiddetto pubblico, quello creato dallo Stato (sovrano e che fa il suo vero lavoro), non è mai un problema. I Titoli di stato sono, invece, uno strumento di politica fiscale e servono a remunerare adeguatamente i risparmi, quando serve, e a drenare moneta, sempre quando serve, dal sistema economico. Questi possono essere usati oppure no, dipende dalle intenzioni dello Stato stesso. Non esiste una costrizione in tal senso.

Gli interessi sui Titoli di stato (se vogliamo e se venduti agli operatori dell’economia italiana, alle famiglie italiane soprattutto) possono magari essere un reddito di cittadinanza ...un aiuto al risparmio privato ma anche alla spesa.

E la distinzione serve anche per dire altro. Il debito pubblico non è un problema, uno Stato sovrano e indipendente non ha problemi o rischi di default a causa del debito pubblico, questa è la più grossa truffa che esista. È evidente che il default è una conseguenza di una cattiva gestione dello Stato stesso, della sua politica economica a causa di un cambio violento di governo oppure per le conseguenze di una guerra. Questo è quello che ci dice l’esperienza, la storia e non il contrario come solitamente viene raccontato. Ma questo viene fatto solo per prorogare la vita del debito stesso, come abbiamo detto sopra.

Quindi il punto è che ogni politico (magari statista) che abbia a cuore la vita sociale ed economica della propria nazione deve ripristinare il sodalizio tra Stato e Banca Centrale mettendo questa al servizio dello Stato. E qui entrano in gioco i cittadini e la loro conoscenza delle cose, la loro voglia di informazione e di verità.

Qui è necessario scegliere se vogliamo impegnarci in questo oppure essere schiavi e quindi indebitati con Godlman Sachs, Ing Direct, Pnb Paribas, Black Rock, UBS, Monte dei Paschi, Unicredit. Abbiamo pensato e pensiamo di avere più controllo su Craxi che sul ceo di un grosso gruppo finanziario o su Draghi. Guardiamo dove sono ora Berlusconi e Craxi e dove sono invece De Benedetti, Bernabè, Lloyd Blankfein e altri.   

Del resto in un interessantissimo report del febbraio 2015 l'istituto Mc Kinsey scrive “il debito di Stato detenuto dalle banche centrali (o qualunque altro ente governativo) in un certo senso è solo un’entrata contabile che rappresenta la rivendicazione di una parte del governo verso un’altra …  Mentre ciò non avrebbe nessuna conseguenza economica reale, è presumibile che possa creare turbolenze nei mercati finanziari.’  (rimando a questo articolo per approfondire il rapporto McKinsey di Claudio Pisapia e Claudio Bertoni ……http://www.ferraraitalia.it/cancellare-il-debito-pubblico-per-mckinsey-non-e-un-problema-ma-ai-mercati-finanziari-non-conviene-41104.html……)

Ma perché il mondo ci dice altro? Ci raccontano altre verità?



 Perché questi sono gli interessi del Fondo Monetario Internazionale, dei grandi fondi di investimento, dei nuovi re e principi, dei nuovi invisibili tiranni che tengono le fila e vendono il debito. Di coloro che danno vita alla moneta, che la rendono merce e rara e scarsa, per noi. Toglgono alla moneta e conseguentemente allo Stato la funzione per la quale sono stati creati: fare lo Stato e la Moneta! Se lo Stato fa lo Stato e utilizza il monopolio della moneta a uso dei cittadini, toglie potere alla finanza.

E cosa è la paura dell’inflazione se non la paura di questi di perdere potere di imperio sulla moneta.

La creazione sapiente di moneta diminuisce l'indebitamento di famiglie e imprese. E quando non sei più indebitato sei libero!

Ma se io sono il tuo padrone, non sono contento. E se questo sistema innesca per uno o due anni un'inflazione al 4-5%? L’inflazione è a favore dei debitori e i creditori vengono a perdere il loro potere di acquisto. Con l'inflazione i creditori, e oggi i più grossi creditori sono i centri della finanza internazionale, perdono potere di acquisto. Anzi, vengono a perdere il potere, non il loro potere di acquisto, questo è il punto. E in uno stato democratico perdono il loro potere su milioni di cittadini. A tutta questa gente toccherebbe di tornare a lavorare per guadagnarsi da vivere, come facciamo noi. Ma mi sembra non ne abbiano molta voglia, e così ci incolpano e incolpano gli imprenditori italiani e i lavoratori perché non sono produttivi come gli schiavi cinesi. E da dove fanno partire tutto? Semplicemente dal fatto che abbiamo un elevato debito pubblico che abbiamo visto essere la più grossa truffa concettuale mai esistita. Tutto parte dal debito.

Il punto son gli interessi in gioco, il governo del sistema energetico, estrattivo, produttivo e distributivo che controlli attraverso la gestione del debito. Facendo credere allo stato che ha un debito pubblico da gestire come un debito privato e che per questo deve aumentare le tasse e svendere tutto al mercato per ripagarlo.

La finanza domina, comanda, decide attraverso il controllo della emissione monetaria e il controllo degli Stati. Cioè toglie completamente la democrazia grazie ai politici proni al sistema. Dall’altra, il popolo non è capace di muoversi, non sa che pesci prendere e decide che è meglio che poche persone gestiscano il tutto. Infatti, l'attacco a Carife e alle altre banche e tutta la trasformazione in spa delle popolari va verso la concentrazione di questi poteri in poche mani. Così come le paventate Riforme Costituzionali.

Bisogna sempre considerare quali interessi vogliamo tutelare, se quelli dell’1% della popolazione, allora oggi va tutto bene, oppure del 99%, e allora le cose cambiano.



Conta di più una persona o milioni di persone? Contano di più gli interessi del FMI, degli azionisti di borsa, dei grandi finanzieri che muovono il denaro (ma quanti ne saranno mai?).  Oppure delle migliaia di operai edili, dei salumieri all’angolo delle strade, dei ciabattini delle città antiche, degli imprenditori del Veneto, dei proprietari delle aziende agricole del ferrarese, dei produttori di arance siciliani, dei produttori di olio d’oliva della Puglia e del Molise?


Un mondo alla deriva continua ad accettare le stesse ricette per il paradiso del benessere economico basandole su ricette che sanno di vecchio, di ‘800, di lotta di classe, ancora di Smith e Marx, di mercantilismo e di conquista del West selvaggio.


Non so se sono andato un po’ al di là del percorso prospettato all’inizio ma tant’è … stiamo parlando di moneta di cosa è cosa non è o forse di cosa appare ma in realtà confonde. Oppure rimane uno strumento, il problema è in mano a chi e per farne cosa … il baratto per ora ce lo siamo persi. Mah!


I testi sono sempre un po’ miei e un po’ di Claudio Bertoni (quello più alto).

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