La moneta prende forma, si
comincia a distinguere dalla carta, diventa strumento in mano al sovrano, come
dicevano i cinesi, sempre meno neutra oggi. Oggi strumento in mano ai “cattivi”
e loro interessi, rara, merce, simbolo di disuguaglianza, creatrice di debito.
Deve essere rara, perché l’emissione
di moneta provoca un problema ai mercati finanziari mettendolo in crisi. Se
produco moneta quanta ne basta o ne serve da una parte questi, i nuovi sovrani,
non avrebbero più la possibilità di procrastinare i debiti e quindi ci sarebbe un crollo delle borse che si basano sulla continua circolazione
del debito.
Dall’altra parte non avrebbero
più la base sulla quale creare la finanza speculativa. In nuovi tiranni fanno
della moneta e del debito un mercato, cosa che non dovrebbe essere. Questo
perché la moneta è moneta se circola e non se si accumula, e il debito dovrebbe
essere estinto nel più breve tempo possibile per restare umano.
È necessario fare una
distinzione cioè: dobbiamo distinguere tra debito privato e debito pubblico
perché hanno natura diversa, si spiegano in modo diverso, anche in maniera da
renderli comprensibili. Se usiamo una sola accezione di debito creiamo
confusione e trasferiamo gli impegni di un normale cittadino o persona ad un
Ente giuridico e riportiamo il discorso su “Stato=famiglia”.
Il primo, il debito privato, va estinto, e il fine della finanza dovrebbe
essere quello di agevolare la chiusura di questa relazione.
Il secondo, il debito cosiddetto
pubblico, quello creato dallo Stato (sovrano e che fa il suo vero lavoro), non
è mai un problema. I Titoli di stato sono, invece, uno strumento di politica
fiscale e servono a remunerare adeguatamente i risparmi, quando serve, e a
drenare moneta, sempre quando serve, dal sistema economico. Questi possono
essere usati oppure no, dipende dalle intenzioni dello Stato stesso. Non esiste
una costrizione in tal senso.
Gli interessi sui Titoli di
stato (se vogliamo e se venduti agli operatori dell’economia italiana, alle
famiglie italiane soprattutto) possono magari essere un reddito di cittadinanza
...un aiuto al risparmio privato ma anche alla spesa.
E la distinzione serve anche
per dire altro. Il debito pubblico non è un problema, uno Stato sovrano e indipendente
non ha problemi o rischi di default a causa del debito pubblico, questa è la
più grossa truffa che esista. È evidente che il default è una conseguenza di
una cattiva gestione dello Stato stesso, della sua politica economica a causa
di un cambio violento di governo oppure per le conseguenze di una guerra.
Questo è quello che ci dice l’esperienza, la storia e non il contrario come
solitamente viene raccontato. Ma questo viene fatto solo per prorogare la vita
del debito stesso, come abbiamo detto sopra.
Quindi il punto è che ogni
politico (magari statista) che abbia a cuore la vita sociale ed economica della
propria nazione deve ripristinare il sodalizio tra Stato e Banca Centrale
mettendo questa al servizio dello Stato. E qui entrano in gioco i cittadini e
la loro conoscenza delle cose, la loro voglia di informazione e di verità.
Qui è necessario scegliere se
vogliamo impegnarci in questo oppure essere schiavi e quindi indebitati con
Godlman Sachs, Ing Direct, Pnb Paribas, Black Rock, UBS, Monte dei Paschi,
Unicredit. Abbiamo pensato e pensiamo di avere più controllo su Craxi che sul
ceo di un grosso gruppo finanziario o su Draghi. Guardiamo dove sono ora
Berlusconi e Craxi e dove sono invece De Benedetti, Bernabè, Lloyd Blankfein e
altri.
Del resto in un
interessantissimo report del febbraio 2015 l'istituto Mc Kinsey scrive “il debito di Stato detenuto dalle banche centrali (o qualunque altro
ente governativo) in un certo senso è solo un’entrata contabile che
rappresenta la rivendicazione di una parte del governo verso un’altra … Mentre ciò non avrebbe nessuna conseguenza
economica reale, è presumibile che possa creare turbolenze nei mercati
finanziari.’ (rimando a questo articolo
per approfondire il rapporto McKinsey di Claudio Pisapia e Claudio Bertoni
……http://www.ferraraitalia.it/cancellare-il-debito-pubblico-per-mckinsey-non-e-un-problema-ma-ai-mercati-finanziari-non-conviene-41104.html……)
Ma perché il mondo ci dice
altro? Ci raccontano altre verità?
Perché questi sono gli
interessi del Fondo Monetario Internazionale, dei grandi fondi di investimento,
dei nuovi re e principi, dei nuovi invisibili tiranni che tengono le fila e
vendono il debito. Di coloro che danno vita alla moneta, che la rendono merce e
rara e scarsa, per noi. Toglgono alla moneta e conseguentemente allo Stato la
funzione per la quale sono stati creati: fare lo Stato e la Moneta! Se lo Stato
fa lo Stato e utilizza il monopolio della moneta a uso dei cittadini, toglie
potere alla finanza.
E cosa è la paura
dell’inflazione se non la paura di questi di perdere potere di imperio sulla
moneta.
La creazione sapiente di
moneta diminuisce l'indebitamento di famiglie e imprese. E quando non sei più
indebitato sei libero!
Ma se io sono il tuo padrone,
non sono contento. E se questo sistema innesca per uno o due anni un'inflazione
al 4-5%? L’inflazione è a favore dei debitori e i creditori vengono a perdere
il loro potere di acquisto. Con l'inflazione i creditori, e oggi i più grossi
creditori sono i centri della finanza internazionale, perdono potere di
acquisto. Anzi, vengono a perdere il potere, non il loro potere di acquisto,
questo è il punto. E in uno stato democratico perdono il loro potere su milioni
di cittadini. A tutta questa gente toccherebbe di tornare a lavorare per
guadagnarsi da vivere, come facciamo noi. Ma mi sembra non ne abbiano molta
voglia, e così ci incolpano e incolpano gli imprenditori italiani e i
lavoratori perché non sono produttivi come gli schiavi cinesi. E da dove fanno partire
tutto? Semplicemente dal fatto che abbiamo un elevato debito pubblico che
abbiamo visto essere la più grossa truffa concettuale mai esistita. Tutto parte
dal debito.
Il punto son gli interessi in
gioco, il governo del sistema energetico, estrattivo, produttivo e distributivo
che controlli attraverso la gestione del debito. Facendo credere allo stato che
ha un debito pubblico da gestire come un debito privato e che per questo deve
aumentare le tasse e svendere tutto al mercato per ripagarlo.
La finanza domina, comanda,
decide attraverso il controllo della emissione monetaria e il controllo degli
Stati. Cioè toglie completamente la democrazia grazie ai politici proni al
sistema. Dall’altra, il popolo non è capace di muoversi, non sa che pesci
prendere e decide che è meglio che poche persone gestiscano il tutto. Infatti,
l'attacco a Carife e alle altre banche e tutta la trasformazione in spa delle
popolari va verso la concentrazione di questi poteri in poche mani. Così come
le paventate Riforme Costituzionali.
Bisogna sempre considerare
quali interessi vogliamo tutelare, se quelli dell’1% della popolazione, allora
oggi va tutto bene, oppure del 99%, e allora le cose cambiano.
Conta di più una persona o
milioni di persone? Contano di più gli interessi del FMI, degli azionisti di
borsa, dei grandi finanzieri che muovono il denaro (ma quanti ne saranno
mai?). Oppure delle migliaia di operai
edili, dei salumieri all’angolo delle strade, dei ciabattini delle città antiche,
degli imprenditori del Veneto, dei proprietari delle aziende agricole del
ferrarese, dei produttori di arance siciliani, dei produttori di olio d’oliva
della Puglia e del Molise?
Un mondo alla deriva continua
ad accettare le stesse ricette per il paradiso del benessere economico
basandole su ricette che sanno di vecchio, di ‘800, di lotta di classe, ancora
di Smith e Marx, di mercantilismo e di conquista del West selvaggio.
Non so se sono andato un po’
al di là del percorso prospettato all’inizio ma tant’è … stiamo parlando di
moneta di cosa è cosa non è o forse di cosa appare ma in realtà confonde.
Oppure rimane uno strumento, il problema è in mano a chi e per farne cosa … il
baratto per ora ce lo siamo persi. Mah!
I testi sono sempre un po’
miei e un po’ di Claudio Bertoni (quello più alto).
Commenti
Posta un commento