Ok! il quantitative easing e il 21 settembre

di Claudio Pisapia


Ci sono due questioni importanti. La prima è che ogni mese la BCE stampa, crea, produce (Quantitative Easing) dal nulla (cioè non li prende da qualche parte, li fa nuovi e solo perché ha ritenuto che servissero!) ben 80 miliardi di euro che vengono dati alle banche attraverso l’acquisto di BTP che queste hanno in pancia. Più correttamente diciamo che sono le Banche Centrali dei vari Paesi dell’eurozona, in proporzione alla loro quota versata di partecipazione all’euro, a comprarsi (anzi a ricomprarsi) i BTP precedentemente emessi.



Ora a parte il fatto che se io mi ricompro il mio debito questo dovrebbe calare, cosa che ancora non succede, ma stiamo aspettando che prima o poi qualcuno si decida a fare i conti:

-        significa che all’Italia viene data autorizzazione di comprare debito per circa 12 miliardi al mese,

-        significa che è possibile emettere soldi per ricomprarsi il proprio debito,

-        significa che non è difficile diminuire il debito e che questo non necessariamente deve avvenire attraverso aumento di tasse, sacrifici, suicidi, rinunce.

Ma allora se i soldi possono essere trovati laddove si ravvisano delle necessità impellenti come in questo caso sono state giudicate le esigenze delle banche e degli investitori internazionali, non potrebbero essere considerate necessità impellenti anche la recessione, i licenziamenti, l’aumento della povertà, la chiusura delle aziende, la fame, la ricostruzione dopo i terremoti? La bassa demografia, la gestione dei migranti, la cura delle città, il tinteggiamento delle scuole? L’assunzione di insegnanti, la tutela delle persone malate, la cura degli anziani, il sostegno alle famiglie?

Certo bisognerebbe accettare, come dice un nostro irrinunciabile amico nei sui incontri, un cambio di paradigma antropologico. Cioè bisognerebbe accettare che non sono importanti i soldi ma ciò che di reale e costruttivo con essi si può fare. Che i beni e i servizi sono più importanti del mezzo utilizzato per scambiarseli. Che alla base di tutto c’è l’essere umano, altrimenti continueremo fino al reale impoverimento materiale e morale della vita su questo pianeta.

Siamo nell’euro, vincolati da Trattati, minacciati dal potere di banche e multinazionali, privi di sovranità e di scelta. Sappiamo che se decidessimo di riprenderci la nostra vita, il potere di decidere del nostro futuro, ci ostacolerebbero in tutti i modi, come e peggio della Grecia. Bloccherebbero i rifornimenti alle banche, bloccherebbero conti correnti e bancomat, farebbero campagna mediatica tipo Brexit (avete visto come è finita? Stanno già meglio di prima) E allora? Non ci sono soluzioni?

Le soluzioni ci sono sempre e in questo caso reali e realizzabili, senza contestare i trattati e che metterebbero l’Italia in posizione di forza rispetto ai suoi partner europei. Abbiamo ancora abbastanza sovranità per dare ossigeno allo Stato, per finanziare progetti di ripresa economica, per trovare quella moneta che in un sistema economico è necessaria come il sangue in un organismo senza doverla chiedere alla BCE, senza creare altro debito e soprattutto senza creare altre sofferenze.

Si può fare, ma dobbiamo crederci e partecipare.



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