Umanità

di Claudio Pisapia
Gente che muore, mentre va la lavoro, oppure al bar, mentre semplicemente viveva la propria quotidianità. E le borse crollano.

Altra gente che raccoglie i resti, brandelli di vita distrutta, che conta i feriti, che da una mano. E le borse si riprendono, il QE ha tenuto, i btp italiani non sono in pericolo.

Quale Civiltà è sotto attacco? Quella dell’uomo, dell’essere umano, del suo dolore o quella degli interessi economici, dei btp, dei bond, delle frontiere da chiudere o da aprire.

Stiamo perdendo qualcosa che non è la libertà dei movimenti, della privacy ma qualcosa di più profondo. La capacità di riconoscerci come simili, di discernere i nostri alleati dai nostri reali nemici. Apriamo accordi commerciali con paesi di dubbia moralità, di intenti nascosti nemmeno tanto bene in nome di interessi che le persone comuni fanno sempre più difficoltà a comprendere. Partecipiamo a guerre che non capiamo e che ci confondono e la guerra diventa sempre più assordante, più vicina.

Ci sentiamo sotto attacco ma non sappiamo chi è il nostro nemico. Non viene da lontano, cresce nei nostri quartieri, ha un lavoro di giorno e ci minaccia di notte. E’ istruito, ha soldi, aiuti, reti di protezione. Ma chi è? Tiriamo un respiro di sollievo quando le borse risalgono, non ha importanza perché.

Quando la televisione era ai suoi primi passi per dire che qualche notizia era sicura si diceva “l’ha detto la televisione”, le davamo importanza ed era fonte di verità. Oggi siamo più istruiti, abbiamo più strumenti eppure quanti comprendono o collocano bene i fatti che propone. E parla dei morti, intervista i sopravvissuti e li mescola con gli indici di borsa, come fanno i giornali.

Interessi finanziari, speculazioni, vendite sottobanco mentre la gente muore. Numeri che scorrono, percentuali senza senso che accettiamo come verità, necessità di una società post industriale, post capitalistica e post umana.

I capitali si muovono liberi, in pochi secondi, alla ricerca di guadagni, calpestando i morti, da un Paese all’altro mentre un rifugiato può rimanere anni nel fango di un campo profughi ai confini dell’Europa. Ma non ci sono contraddizioni, è la legge del mercato ed è la nostra realtà. 

Riscopriamoci umani, in silenzio. Lacrime, vicino a chi resta e al suo dolore. E basta.

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