Le Tasse. In uno Stato a sovranità non limitata!


…il governo deve tassare oppure contrarre prestiti per ottenere i fondi da spendere, proprio come qualunque famiglia deve trovare il denaro di cui ha bisogno per sostenere delle spese.”

Da questo grande equivoco nascono le nostre incertezze per il futuro, le limitazioni al nostro benessere ma anche alla serenità con cui potremmo guardare i nostri figli crescere. 

La contabilità di uno Stato viene costantemente scambiata per vita reale e ne condiziona le scelte e le aspettative e invece non sono altro che numeri di un computer che crescono quando un assegno viene incassato oppure diminuiscono quando un assegno viene pagato.


Uno Stato funziona in maniera diversa da una famiglia che ha un bilancio limitato e circoscritto alla capacità lavorativa e di salario dei loro componenti. Uno Stato non si alza la mattina per andare a lavorare e non ha necessità di regolare i suoi conti dopo aver ricevuto un pagamento, basta immaginarsi una comunità al suo sorgere per capirlo: uno Stato appena nato potrà tassare se prima non distribuisce il mezzo per pagarle? Prima la moneta viene distribuita e solo dopo può essere ritirata dalla circolazione attraverso le tasse.

Allora a cosa servono le tasse? E perché dovrei pagarle?

Le tasse hanno un ruolo importante in una comunità che ha deciso di condividere dei valori e di vivere insieme. Questa comunità ha necessità di effettuare degli scambi e di dare un valore condiviso, chiaro, delle merci che si possono scambiare al suo interno e deve quindi avere un unico mezzo di misura di quei beni, una moneta riconosciuta da tutti. Lo Stato, attraverso l’imposizione dei tributi, impone una moneta rispetto a tutte le altre. Ogni cittadino sa di dover pagare le tasse in quella valuta imposta dallo Stato che esclude tutte le altre per cui dovrà lavorare per procurarsela e contribuirà così al buon andamento del patto iniziale di collaborazione e comunione.
Il bisogno di valuta all’interno di un’economia non può venire meno e dovendo pagare delle tasse la richiesta, la necessità di moneta non viene meno. Le tasse aiutano una società ad andare avanti, a mantenere il patto iniziale, se venisse meno la necessità di pagare le tasse verrebbe meno anche la necessità di avere una moneta uguale a quella riconosciuta dallo Stato, ognuno potrebbe avere la sua, ritornare allo scambio in beni.
Lo Stato è un’entità giuridica, quindi non siamo noi. Ci rappresenta attraverso quelle persone che abbiamo votato, democraticamente, per le loro capacità di gestione superiori alle nostre o perché a noi piace fare altro. Ma non possiamo vivere o impegnarci le nostre giornate al suo funzionamento. Abbiamo però accettato il patto iniziale ed è previsto che ci saranno delle attività importanti per tutti come l’istruzione, la sanità, la difesa, l’ordine pubblico e poi l’assistenza a chi non ce la fa, a chi ha un disagio o ha bisogno di assistenza a casa. Lo Stato italiano ha una spesa media di circa 700-800 miliardi di euro l’anno per sostenere il suo apparato, se ogni anno stampasse questa somma in una decina di anni saremmo sommersi da carta straccia.
E poi le tasse servono per evitare il rischio di inflazione, se in giro c’è troppa moneta aumentando le tasse la si ritira, in caso contrario si diminuiscono le tasse quando ci sarà maggior bisogno di circolante.
Ma allora “le tasse sono belle”?
Dipende.
C’è differenza da quanto scritto sopra e quanto succede normalmente nelle nostre giornate di vita quotidiana, ce ne rendiamo conto. Le tasse hanno la loro funzione, sono uno strumento (come il vostro smartphone)! Possono essere usate bene o male a seconda se abbiamo azzeccato il nostro rappresentante che siederà nella stanza dei bottoni al governo.
La progressività della tassa ad esempio dovrebbe essere un suo elemento fondante e, sulla carta, lo è. In realtà abbiamo tasse che non rispettano affatto questo principio, come l’IVA, che colpisce le persone in maniera indistinta e senza considerare il suo livello di reddito. Pagano tutti allo stesso modo ogni volta che acquistano qualsiasi cosa ed è una tassa recessiva, aggredisce i consumi. Quindi tassa ingiusta e da eliminare.
E ancora, se ho un reddito di 15.000 euro perché dovrei essere nello stesso scaglione di reddito di chi ne guadagna 30.000? e quest’ultimo viene incluso nello scaglione fino a 60.000 (più o meno)! Insomma bisognerebbe riconsiderare i vecchi parametri, qualche anno fa esistevano tantissimi scaglioni, ogni 2-3.000 euroe questa sarebbe la strada non la Flat Tax che mette insieme ricchi e poveri, più e meno fortunati, persone con diversissime capacità contributive.

Le tasse non sono né belle ne brutte, servono a regolare l’economia, a ricordarci un patto iniziale ma è fondamentale capire che per costruire un ospedale lo Stato non ha bisogno di aspettare di ricevere del denaro dai cittadini. E’ sempre in grado di poterlo fare, in autonomo, perché ne ravvede la necessità, perché la popolazione lo richiede e ne ha bisogno. E una spesa coperta dal bisogno non crea inflazione perché solo quello che viene immesso nel circuito in eccedenza, senza bisogno crea scompenso e deve essere rimosso.

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